Ragazzi nuotano nella cisterna creata per raccogliere l’acqua della sorgente di Ain Al-Faras, nella città storica di Ghadames. La leggenda vuole che proprio la scoperta di questo punto d’acqua nel deserto libico abbia dato origine all’insediamento, abitato fin dalla Preistoria. Si racconta che fu una giumenta, colpendo il suolo col suo zoccolo, a farla scaturire. Qui da sempre l’acqua è gestita con grande oculatezza: dal suo sbocco nel “Pozzo della giumenta” un sistema di chiuse la distribuisce ai quartieri della medina e successivamente irriga ancora in parte i 200 ettari di palmeti che costituiscono l’Oasi.
La vista aerea di un ghout, svela il segreto dell’effetto Oasi, quando la falda acquifera è vicina alla superficie. L’impianto di un piccolo palmeto è stato realizzato, con tecnica sapiente, grazie a un cordone di dune artificiali. Questo ha creato l’ecosistema che rende possibile la vita umana.
Rovine della cittadella medievale di Shali, fondata nel XIII esimo secolo, per proteggere i suoi abitanti dai predoni. Nel 1926 le sue fortificazioni e le sue case – costruite con blocchi di kharsheef fatti di sale e argilla induriti – verranno seriamente danneggiate dall’assalto di piogge violentissime, un diluvio durato tre giorni che darà inizio all’abbandono e alla decadenza di Shali. Purtroppo, anche se un piccolo numero di case della cittadella sono state restaurate in anni recenti, la moderna cittadina di Siwa si è sviluppata tutto intorno, spesso utilizzando materiali impropri – come cemento e mattoni in gesso – che stanno in gran parte compromettendo la qualità estetica dei luoghi.
Fondazione LabOasis è un’organizzazione no-profit,
apolitica, non confessionale
e indipendente
Promuoviamo azioni a favore delle comunità che abitano
le Oasi Sahariane e Arabiche, ecosistemi millenari di grande bellezza
Siamo impegnati a evitare la perdita di questo patrimonio culturale
e ambientale minacciato dal riscaldamento climatico
e da attività umane distruttive
Perché è il luogo storico e leggendario
interamente frutto della mano dell’uomo, che racconta
l’interazione virtuosa tra i popoli del deserto e il loro ambiente
Perché è un modello per tutti gli insediamenti umani
un laboratorio a cielo aperto dove scoprire
tecniche ingegnose per l’auto-riproduzione dei sistemi naturali
che è necessario recuperare, aggiornare e condividere
Perché la nicchia fertile è un presidio di civiltà
tenuto da comunità coese e aperte, fondate sull’accoglienza
che hanno reso possibile gli scambi tra genti diverse
e l’incontro tra le culture e le religioni
Oggi le Oasi rischiano di scomparire
spopolate dall’emigrazione, rese meno abitabili da eventi
come la diminuzione delle risorse idriche,
la salinizzazione, il degrado dei suoli e l’insabbiamento
I popoli del deserto, sottoposti alla pressione congiunta
del cambiamento climatico
e di una modernizzazione inadeguata
delle tecniche e degli stili di vita, stanno perdendo il loro habitat
Lanciamo una campagna di comunicazione per sottolineare l’eccezionalità
di questi insediamenti umani in condizioni climatiche estreme
le cui origini risalgono alla Preistoria
Sviluppiamo la ricerca scientifica e progetti sul campo,
che coniugano conoscenze tradizionali e innovazione
Incentiviamo attività che permettano nuovi processi di adattamento
e possano riaffermare la memorabile resilienza
della civiltà delle Oasi
