Malattie Fungine

Bayoud, conseguenza del fungo (Fusarium oxysporum f. sp. Albedinis ) è il nome che viene dato alla fusariosi della palma da dattero, presente nel suolo: origina dall’arabo “abiadh” (bianco) dato il colore che assumono le foglie delle piante attaccate dal fungo. Dalla fine dell’Ottocento questa devastante malattia ha colpito in particolare i palmeti marocchini – in modo sempre più aggressivo per quasi un secolo – distruggendo oltre 12 milioni di palme delle specie più pregiate. Da qui si è poi estesa fino nel Sahara Algerino dove sono state attaccate 3 milioni di palme da dattero, anche se l’avanzata della malattia verso oriente e verso sud sembra però essersi arrestata, grazie alle misure prese dal governo algerino.
Il parassita è particolarmente insidioso perché è presente nel suolo e in varie piante ospite (erba medica, henna, etc..) e si diffonde da pianta a pianta tramite la normale irrigazione, dato che inizia nelle radici della palma.

Malgrado non esista una cura specifica, i metodi per prevenire e limitare la diffusione di questo fungo sono: il trattamento chimico del suolo (poco efficace); lo scavo di profonde buche – 2 metri all’incirca – intorno alle piante infette (per impedirne la diffusione a partire dalle radici); la riduzione dell’irrigazione nei mesi più caldi (dato che il fungo ha bisogno di umidità costante per proliferare); l’isolamento commerciale delle aree interessate dal Bayoud (nessun parte delle palme da dattero infette viene lavorata e esportata verso altre regioni); la selezione di varietà di palma da dattero resistenti al fungo; la micorizzazione delle palme da dattero (una tecnica che viene usata per il bio-risanamento dei terreni); la selezione di concimi biologici che limitano la diffusione del fungo o ancora, recentemente, l’utilizzo di piante autoctone del deserto algerino, velenose per il parassita.

Il “Medjnoon” (dal fungo Thielaviopsis paradoxa) detta Marciume dello stipite, è una malattia occasionale che colpisce i palmeti di tutto il mondo. Provoca la necrosi di varie parti dell’albero. Questa malattia si contrasta rimuovendo le parti annerite e disinfettando con un fungicida. Similmente il fungo Mycosphaerella tassiana causa la necrosi delle foglie con un tipico colorito marroncino, senza pregiudicare però la salute dell’albero.

La Diplodia (dal fungo Diplodia phoenicum ) è tipicamente provocata dalla mancata disinfezione dell’albero.

La Graphiola (dal fungo Graphiola phoenicis) detta falso carbone delle palme a seguito di tagli e innesti, è una delle malattie più diffuse a livello mondiale e colpisce i palmeti delle zone più umide (in particolare in Egitto, Arabia Saudita, ma anche Niger e Mauritania). La malattia accorcia sensibilmente la durata di vita degli alberi e si rivela attraverso la comparsa lenta e progressiva di minuscole macchioline che variano tra il giallo e il nero. Le misure prese per contrastarla sono intensi trattamenti con fungicidi.

Il “Khamedj” (dal fungo Mauginiella scattae) è un’altra malattia diffusa a livello mondiale nei palmeti più umidi che riduce sensibilmente la produttività delle palme. La malattia si manifesta tramite l’apparizione di marciume marrone sulle infiorescenze e si diffonde tramite le stesse spore dei fiori. Questa malattia si contrasta tagliando e bruciando le parti infette e disinfettando con fungicidi.

L’Omphalia (dal fungo O. tralucida o O. pigmentate) diffusa in Mauritania colpisce in particolare gli alberi più vecchi bloccando la crescita di nuove fronde e provocando il marciume delle radici.

Il Belâat (dal fungo Phytophtora sp ) o marciume del germoglio apicale colpisce i palmeti del Nord Africa provocando l’imbiancamento e la morte delle nuove fronde poi progressivamente dell’intera pianta rilasciando un tipico odore di aceto. Si contrasta con fungicidi.

Infine il marciume dei datteri (dai funghi Aspergillus niger; Alternaria spp.; Fusarium spp.; Penicillium spp. Ecc… ) è causato dal ritardo nella raccolta dei frutti e da un aumento nel livello di umidità e dalla mancata ventilazione dei caschi. Colpisce facilmente tra il 10 ed il 50% del raccolto.

Malattie Fitoplasmiche

L’ingiallimento (Candidatus Phytoplasma asteris) è una malattia letale che nelle palme da dattero si manifesta col progressivo colorito grigio-marrone delle fronde al quale segue la putrefazione e caduta della testa della palma della quale non rimane che il tronco nudo. Le palme colpite vanno rimosse e le zone interessate isolate. Esistono trattamenti con antibiotici.

L’Al Wijam, diffusa in Arabia Saudita, è una malattia mortale che si manifesta con il rallentamento della crescita delle fronde, di dimensioni ridotte, marcate da una caratteristica linea gialla. Le foglie muoiono rapidamente e la produttività dell’albero è subito sensibilmente ridotta.

La cosiddetta “Maladie des Feuilles Cassantes” diffusa in Tunisia e Algeria si manifesta per la clorosi delle fronde le cui punte diventano secche.

Malattie di Causa Sconosciuta

La cosiddetta “Le Coeur qui penche” si riconosce facilmente per il fatto che la parte superiore della palma si inclina progressivamente verso il basso.

La malattia delle “Ossa secche” provoca lo sbiancamento e indurimento progressivo delle fronde che somigliano appunto a delle ossa.

La Rhizosi è una malattia letale che si manifesta provocando la caduta dei frutti alla quale segue l’arrossamento delle fronde e infine la morte dell’albero.

Disordini fisiologici

Il “Blacknose” è causato da umidità eccessiva e provoca l’annerimento e screpolature della pelle del dattero sulla punta, mentre il “Whitenose”, dovuto a eccessiva ventilazione, ne provoca la secchezza, l’indurimento e lo sbiancamento.

Il congelamento (a temperature sotto lo zero, che sono la regola stagionale nelle notti desertiche) provoca danni considerevoli alla palma da dattero, ma si può contrastare irrigando il palmeto nei momenti più freddi. La mancanza o l’eccesso di irrigazione, così come una salinità del suolo al disopra del 6%, sono allo stesso modo fattori di pericolo per la salute dell’albero.

Insetti

Il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus) questo coleottero micidiale di origine asiatica, si è diffuso nel mediterraneo negli anni ’90 e nella penisola arabica colpisce oltre 5% delle palme. L’infezione si riconosce per l’ingiallimento delle foglie della pianta e per il caratteristico odore di marciume. Una volta attaccata, la palma va isolata, trattata con metodi integrati e tutta la piantagione messa in quarantena e disinfettata chimicamente.

La cocciniglia bianca (Parlatoria blanchardii ) è un nemico dei coltivatori delle palme da dattero a livello globale. L’insetto succhia la linfa dalle foglie e dai datteri lasciando zone scolorite e rovinando la produzione. Per contrastarla si usano vari insetti che ne sono i nemici naturali e talvolta olii minerali e insetticidi chimici.

La cocciniglia rossa (Phoenicococcus marlatti) diffusissima, ma difficile da individuare in anticipo, non provoca gravi danni alle piantagioni.

Il Bou Faroua (Oligonychus afrasiaticus) o acaro della palma da dattero, diffuso in Nord Africa e in Arabia, si ciba dei datteri e si riproduce al loro interno provocandone la caduta.

La tignola delle carrube (Ectomyelois ceratoniae) diffusa in Asia e nel Mediterraneo, detta “Ver de la Datte”, è una larva particolarmente ghiotta di datteri. Colpisce i datteri nelle piantagioni, così come nei depositi di stoccaggio. Può essere allontanata tramite fumigazioni, proteggendo i caschi e rimuovendo i datteri caduti.

Lo scarabeo rinoceronte (Oryctes rhinoceros Linné) è un grosso insetto che si nutre delle foglie della palma e dei gambi dei datteri. Si può contrastare posizionando apposite trappole.

La Locusta del deserto (Schistocerca gregaria Forskal) diffusa in Nord Africa e Medio Oriente, causa severi danni alle piantagioni. Quando uno sciame di locuste arriva nel palmeto, gli insetti divorano le foglie e i frutti lasciando nudo il tronco della palma. Dopo un tale attacco occorrono almeno tre anni, perché la piantagione torni a produrre.

Il Coleottero del nocciolo del dattero (Coccotrypes dactyliperda) questa specie si riproduce all’interno del nocciolo del dattero danneggiando il frutto.

Le termiti (Microcerotermes diversus) possono attaccare le radici e il tronco delle palme scavando canali verticali per raggiungere la linfa. Queste vengono contrastate rimuovendo e bruciando le piante colpite e spargendo veleno per termiti.

I nematodi galligeni delle radici (Meloidogyne spp.) parassiti del terreno, sono minuscoli vermi visibili solo al microscopio e attaccano le radici delle palme provocando delle formazioni bollose. Sono largamente diffusi nella vegetazione che circonda i palmeti, impossibili da debellare, se non attraverso l’estirpazione delle piante e la successiva rigenerazione dei terreni.

 

Roditori

Il ratto nero (rattus rattus) e il topo comune (mus musculus) si cibano esclusivamente di datteri, sia nelle coltivazioni che nei magazzini. Le loro gallerie sotterranee possono danneggiare i canali di irrigazione così come le radici degli alberi talvolta provocandone la caduta. Vengono contrastati utilizzando il veleno.